Uno sguardo nel Gruppo Bruno

FINECO BANK INTERVISTA ANTONIO BRUNO

Benvenuto nel nostro progetto! FinecoBank è davvero onorata di ospitarti, e ti ringrazia soprattutto per aver accettato il nostro invito a raccontarti a 360°. Come oramai sa chi ci ascolta e segue il nostro progetto, ogni mese entriamo nelle migliori realtà territoriali e raccontiamo la storia dei manager che si sono distinti nella loro professione a tutto tondo, riportando la loro vita sia d al punto di vista lavorativo, che da quello familiare e delle loro passioni. Io però, vorrei iniziare dagli esordi.

La storia dietro la produzione.

Sei nato e cresciuto in Irpinia. Hai respirato aria imprenditoriale sin da piccolo?

Si, sono nato e cresciuto in Irpinia in una di quelle abitazioni “ con vista impresa “. Ho vissuto in un contesto molto particolare perché abitavo sopra alla allora sede della Bruno Agricoltura, e questa vicinanza estrema ha creato uno stringente connubio tra vita familiare e lavorativa. Difatti, un po’ come tradizione in Italia, mio padre lavorava con i suoi tre fratelli e tutti i giorni pranzavano insieme alle loro famiglie a casa di mio nonno. Potremmo quindi affermare, con tutta tranquillità, che per molti anni la figura dell’imprenditore sia coincisa con quella genitoriale.

Sei un ragazzo giovanissimo, uscito dal nostro contesto geografico e poi rientrato, immagino non sia stata una scelta semplice.

Cosa porti con te, di questa esperienza?

L’Irpinia è un territorio bellissimo che vive però un gap economico e culturale nei confronti di molte altre parti del mondo. Ho lasciato questa terra con uno zaino colmo di curiosità quando avevo 18 anni, trasferendomi a recandomi a Londra in un contesto universitario totalmente differente dai nostri canoni. Sai quei college che vedi nei film? Ecco la mia destinazione: La Queen Mary University. Al mio primo pranzo fuori ho ricercato la ricetta dell’uovo fritto su Youtube. Impreparazione totale! Scherzi a parte, è un’esperienza che consiglio a tutti. Mi ha permesso di avere contezza di quanto sia importante uscire, assorbire e poi rientrare. Questa voglia difficilmente la si incontra in chi proviene da contesti maggiormente privilegiati.

Oltre all’Inghilterra, il tuo lavoro dove ti ha portato?

Devo dire che sono stato molto in giro, ho lavorato anche in Germania, Spagna e Cina, questo mi ha dato la possibilità di osservare tante cose.

A quale di questi luoghi sei rimasto legato di più?

Sicuramente alla Cina, lì ho potuto constatare che esistono valori universali per le imprese così come per le persone.

Cos’è e come nato il Gruppo Bruno?

Il Gruppo Bruno è nato come idea pedagogica di mio nonno Antonio, per iniziare all’attività lavorativa e al senso di responsabilità i propri figli. Il maggiore, mio zio Giuseppe, aveva appena 16 anni. Nel ’77, fu costituita la ditta individuale Bruno Antonio, una piccola azienda dedicata alla rivendita di ricambi, attrezzature agricole e accessori per l’irrigazione. Agli esordi, quindi, venne curata da mio nonno e dai suoi giovanissimi figli, che come attività pomeridiana presidiavano il “negozio”. Mai avrebbero immaginato cosa sarebbe diventata quella modesta attività. Oggi, possiamo dire che quella di mio nonno è stata una scommessa vincente, perché quei quattro ragazzini iniziarono a lavorare con passione e impegno. Diventarono, difatti, in pochi anni un punto di riferimento per il mercato delle macchine agricole e presto entrarono in altri settori. Oggi tutto il Gruppo conta 24 siti produttivi e oltre 1100 dipendenti nel mondo.

Come ribadito spesso, questo progetto nasce dalla volontà di valorizzare il nostro territorio, la rete produttiva di eccellenza e le potenzialità di crescita professionale in un contesto storico molto particolare che vede la fuga dei nostri cervelli, i quali nutrono la propria passione lavorativa, purtroppo, altrove. Ebbene, una crescita come la vostra è il frutto del lavoro di tutta una famiglia ma anche del sostegno di un’eccellente lavoro in team dei vostri collaboratori, un team davvero unico.

Per arrivare a questi livelli l’azienda ha fatto leva su un lavoro di squadra, è il lavoro dei collaboratori scelti che dà valore aggiunto alla tua azienda?

Certo! I nostri collaboratori sono il nostro più grande patrimonio, è grazie a loro che riusciamo a generare valore aggiunto. Cerchiamo di sviluppare tutte le competenze all’interno: chi vuole crescere, da noi, ha tutte le possibilità! Crediamo che il lavoro di squadra ci arricchisca e siamo molto soddisfatti quando i nostri collaboratori riescono a trasmettere conoscenze gli uni agli altri. Per quanto mi riguarda, cerco di imparare da tutti: c’è certamente molto più da imparare che da insegnare in azienda! Interpretando questa filosofia, la Bruno Agricoltura, a differenza di alcuni concorrenti, adopera un sistema di obiettivi di gruppo, per evitare dannosa competizione interna: il risultato di uno è il risultato di tutti!

Ancora una volta ringrazio Antonio, per aver accettato il nostro invito. Abbiamo parlato della tua famiglia, della storia aziendale, ora però ci piacerebbe conoscere i segreti del Gruppo Bruno, e gli strumenti che consentono di mantenere eccellenti risultati da 40 anni.

Che importanza ha la fidelizzazione dei clienti per la vostra azienda?

La fidelizzazione è il nostro obiettivo primario. Non ci interessa la vendita spot, la prima vendita è come il primo appuntamento. Rappresenta la volontà di porre le basi per un durevole rapporto. Per noi conta quello che gli anglosassoni chiamano CLV (Customer Life Value). E’ vitale la soddisfazione di chi varca la nostra porta: cerchiamo di guidare il cliente verso le soluzioni più convenienti, non di vendere a tutti i costi. Da qui il nostro slogan “La terra dà di più a chi sceglie meglio”. Abbiamo clienti cresciuti con noi che hanno vissuto tutte le nostre trasformazioni, confermandoci negli anni la loro fiducia. Ciò è molto motivante!

L’importanza della leadership, il manager.

Quali caratteristiche sono richieste ad manager di successo?

Una domanda complessa e non credo esista una risposta univoca. Il mondo lavorativo richiede sicuramente un pizzico di fortuna mista a tanto, tantissimo impegno. Tutti noi desideriamo fare la nostra parte e sentirci gratificati. Il manager deve fornire a ciascuno gli strumenti per realizzare questa aspirazione. E’ molto più facile a dirsi che a farsi!

Perché potendo scegliere, hai deciso di occuparti di agricoltura?

Dopo avere vissuto in alcune grandi capitali finanziarie, ho capito che, nel ventunesimo secolo, fare un lavoro che dipende dal prezzo del grano e del latte è un grande privilegio. Poi, oggi, contrariamente alla percezione di molti, è uno dei settori più tecnologicamente all’avanguardia.

Il Gruppo Bruno, durante la drammatica pandemia Covid-19, ha donato un respiratore all’Ospedale Frangipane di Ariano e si è occupato della sanificazione delle strade. Cosa puoi dirci di queste iniziative?

Abbiamo ritenuto doveroso fare la nostra parte, inoltre è stata un’ opportunità per dare un messaggio di speranza ai nostri collaboratori, a cui abbiamo chiesto di rispettare regole severe e fare sacrifici. Il ruolo sociale delle aziende oggi è più importante che mai, ci sono ricerche che dicono che il 64% dei millennials non accetterebbero un lavoro presso un’ azienda con basso senso di responsabilità sociale. Questo fa molto riflettere!

La qualità del rapporto banca-impresa-individuo

Quali sono, secondo te, le caratteristiche di una buona banca e di un buon consulente finanziario? E cosa ti aspetti da questa relazione?

Mi aspetto rapidità negli adempimenti, estrema professionalità e trasparenza nella relazione quotidiana con il cliente. Sicuramente il supporto di un consulente personale consente di efficientare le risorse della persona fisica e giuridica. È necessario che chi si approccia al mondo dell’imprenditoria tenga ben chiara la distinzione tra le due entità, non si può pensare che l’impresa sia ad esclusivo appannaggio della proprietà. Spesso in Italia, si ha difficoltà a lasciare ben distinti i due conti economici. Questo può creare degli scompensi: si pensi alle criticità connesse ai passaggi generazionali, a crisi familiari, nonché alla gestione poco diversificata dei patrimoni alla gestione poco diversificata dei patrimoni personali. Un servizio importante che gli istituti di credito possono fornire è indubbiamente la protezione dei frutti personali derivanti dal lavoro di impresa.